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30 mila Enti e Scuole erogatori di corsi di istruzione e formazione permanente rischiano chiusura e 110.000 dipendenti il licenziamento. Luca Paladino (FIDEF).

30 mila Enti e Scuole erogatori di corsi di istruzione e formazione permanente,  rischiano chiusura e 110.000 dipendenti il  licenziamento. Luca Paladino (FIDEF).

Il Governo non può far venir meno gli aiuti necessari al settore e derogare ai principi fondamentali della Costituzione, tra i quali la libertà della cultura, della formazione continua e dell’insegnamento.                              

Sono circa 30mila le scuole e gli enti di corsi volti al “lifelong learning” che sono a rischio chiusura. Dall'inizio di marzo hanno cessato ogni attività didattica, in considerazione del perdurare dell’emergenza è incerto il riavvio delle attività, quando verrà superata la crisi. Quando si dovranno fare i conti anche con il settore della produzione gravemente provato e con la disoccupazione alle stelle. Occorre scongiurare lo scenario apocalittico della chiusura di tante Scuole ed Agenzie di formazione, che preservano  le attività di istruzione e aggiornamento professionale, con l’erogazione di corsi, già indispensabili prima della pandemia. Attività che si renderà ancora più indispensabile per l’adattamento alle esigenze emergenti da mutato scenario dei bisogni, sia culturali che lavorativi. Pur nei momenti d’emergenza non bisogna pensare di derogare ai principi fondamentali della Costituzione, tra i quali la libertà della cultura, della ricerca e dell’insegnamento. Le attività corsuali danno la priorità  e puntano sulla relazione dialogica tra docente e studenti, sui laboratori, sul lavoro di gruppoTuttavia le richieste di sostegno economico presentate nei giorni scorsi con il decreto Cura Italia possono, solo in parte, scongiurare lo scenario apocalittico della chiusura di tanti istituti e preservare così la libertà di scelta educativa delle cittadine e dei cittadini del nostro Paese. E’ da tenere in debito conto che le attività didattiche, nella più favorevole ipotesi non potranno riprendere, si spera, se non dopo il mese di ottobre,
Ci si attende dal Governo la giusta considerazione, dal momento che la stragrande maggioranza delle scuole hanno, fin dal primo giorno di chiusura, assicurato il prosieguo  con la didattica online, cercando  di portare a termine i corsi in atto, anche se l’attività corsuale frontale non può essere surrogata con quella online.
La FIDEF, Federazione di Scuole ed Enti di Istruzione formazione, riunisce sotto la sua sigla scuole presenti su tutto il territorio nazionale, sollecita il Governo di porre la dovuta attenzione sul pericolo di chiusura di questa indispensabile attività e non agire come se i 30 mila Enti e scuole erogatori di corsi di istruzione e formazione permanente  a rischio chiusura non esistessero,  così come i 110.000 dipendenti. Come non esistessero i circa 10.000.000 giovani e adulti, che frequentano ciclicamente i corsi.
In questo momento qualsiasi misura può essere una boccata di ossigeno per tutto il nostro comparto
Certamente è da tenere nella giusta considerazione, l’impegno che le predette scuole profondono per il radicamento e la diffusione dei servizi di orientamento e di sostegno al lavoro soddisfando anche un interesse trasversale, che coinvolge tanto quello dei datori di lavoro, quanto quello dei cittadini in cerca di lavoro, così come delle  Istituzioni preposte allo sviluppo economico ed occupazionale.
Nell’ambito della grande trasformazione del lavoro, acquista  centralità i corsi non “ordinamentali” tesi all’ampliamento ed all’aggiornamento delle competenze erogate nel sistema articolato e coerente del lifelong lerning, tesi a garantire le condizioni di apprendimento a tutti i cittadini di qualsiasi fascia di età,formazione culturale ed occupazionale.
Occorre che il Governo dia la giusta attenzione a tutti degli attori coinvolti ed al ruolo delle parti sociali, per una governance idonea a gestire la complessa problematica generata dalla epidemia, ponendo in atto gli strumenti necessari per evitare la chiusura delle attività corsuale,  tese allo  sviluppo culturale e formativo necessario, tra l’altro, alla occupabilità duratura e alla creazione di “ponti” verso opportunità di lavoro di qualità.
Occorre urgentemente intervenire per provare a mitigare i rischi della chiusura definitiva di dette attività, mettendo in campo risorse a sostegno del comparto. Gli Enti e le scuole  devono continuare a sostenere le spese di gestione e di manutenzione delle sedi, i cui costi pongono in serio pericolo sia per la vita degli Enti stessi, nonché al mantenimento in servizio del personale preposto alle attività non didattiche.
Il Governo non può sottovalutare dette necessità, che si rifletteranno in particolar modo sul mondo del lavoro, specialmente in relazione ai rischi scaturenti dall’inattività e dalla ripresa del attività produttive,  essendo la formazione un elemento imprescindibile.
Per detti morivi occorre integrare le norme già previste del Decreto "Cura Italia", inserendo  interventi a sostegno del comparto, ed in particolare:
- Il posticipo dei termini previsti per "il pagamento delle rate o dei canoni di leasing in scadenza"  a tutto  il 31 dicembre 2020, nonchè l'estensione dei pagamenti dei mutui e degli altri finanziamenti scadenti nel predetto periodo.
b - L’estensione  del credito d’imposta, nella misura del 60 per cento dell'ammontare del canone di locazione, relativo al mese di marzo e fino al 31.8.2020, per gli immobili utilizzati ai fini didattici
c - L’estensione della sospensione del pagamento delle rate di mutuo e dei canoni leasing delle attrezzature delle sedi operative  a tutto il 30.8.2020, data presunta di ripresa delle attività.
d - Per tutta la durata della sospensione delle attività, pertanto a tutto il 31.8.2020,  il  pagamento di 1.000 euro generalizzato per tutti i lavoratori atipici (co.co.co) e dei docenti operanti con partita Iva impegnati nel settore alla data del 23.2.2020.
e - Rinvio al 30 settembre 2020 del termine per la presentazione delle Certificazioni  previste dalla normativa in materia di lavoro ed in particolare dei DURC e Uniemens.
Solo l’emanazione di detti provvedimenti, potrà garantire e sostenere famiglie, enti gestori ed i professionisti che operano nel settore, stante la gravissima crisi finanziaria ed economica provocata dall’emergenza sanitaria in atto.
Certi che il Governo, stante il difficile momento che sta affrontando la nazione e con essa le attività tese alla formazione permanente vorrà inserire nel prossimo decreto legge, gli interventi sulle necessità sopra evidenziate.

Ufficio Stampa - www.fidef.it

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